giovedì 18 agosto 2011

La città e la torre all'Antiquarium Arborense: alla scoperta della Babele della Penisola del Sinis

La città e la Torre: attraverso la suggestione del racconto biblico della Genesi questa mostra nello spazio deell'Antiquarium Arborensem ad Oristano, ripercorre la babele di popolazioni che nel corso della storia si sono susseguite nel controllo del territorio della Penisola del Sinis : Nuragici, Fenici, Romani, Bizantini fino a lambire l'epoca giudicale.
Alestita su inziativa del comune e della Provincia di oristanio con la collaborazione dell’Antiquarium Arborense, della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano e l’Università degli Studi di Sassari nella mostra vengono presentati numerosi reperti esposti per la prima volta al pubblico. L'archeologo Paolo Bernardini: l'idea è stata di ambientare nella provincia di oristano il racconto della Genesi. Partendo dalla torre di Babele la mostra racconta gli elementi utilizzati dalle popolazioni che hanno vissuto questo territorio”.

dal 16 agosto all'Antiquarium Arborense

martedì 16 agosto 2011

C'è un giudice a Cagliari: Valery Melis è morto per l'uranio impoverito del Kosovo


Valery Melis era un caporalmaggiore, volontario dell'esercito. Nel 2000 aveva 23 anni quando di ritorno da una missione dal Kosovo si ammalò di linfoma. Il 4 febbraio 2004 Valery soccombeva dopo aver strenuamente lottato contro il male. Si suppone che come lui altri 200 militari siano morti per gli effetti delle radiazioni da uranio impoverito, contenuto nei proiettili che la Nato aveva sganciato nei Balcani. Eppure nonostante tra i militari che partecipavano a quelle missioni ci sia stata un'incidenza di linfomi di Hodgkin e altre forme di cancro nettamente superiori alla media, le autorità italiane hanno sempre negato qualsiasi nesso causale tra malattie e uranio impoverito
Finalmente dopo anni di censure e reticenze una storica sentenza del Tribunale civile di Cagliari riconosce che la morte di Valery Melis è stata causata proprio dall'esposizione all'inquinamento radioattivo durante il soggiorno in Kosovo. I giudici inoltre hanno stabilito che l'esercito pur conoscendo la natura dei pericoli, li ha nascosti ai suoi soldati e non ha approntato le contromisure per prevenire il rischio di contaminazione. Per queste colpe il ministero della Difesa dovrà risarcire con 584 mila euro i familiari di Valery Melis, 233.776 euro a ciascuno dei genitori e 55.444 ad ognuno dei due fratelli, più 23000 euro di spese processuali.
C'è un giudice a Cagliari. C'è stata una giustizia per Valery. Nessuna sentenza lo riporterà in vita ma illudiamoci che dopo questo precedente, lo Stato non rinneghi più i suoi servitori.

sabato 13 agosto 2011

Le province in Sardegna: un assurdo costo da abolire. Ma la casta politica può opporsi

Se venisse applicato in Sardegna, il criterio introdotto dal governo che prevede l'accorpamento delle province con meno di 300000 abitanti lascerebbe in vita solo le province di Cagliari e Sassari cancellando le restanti: Nuoro, Olbia Tempio, Oristano, ( queste però con la norma del decreto di salverebbero in quanto aventi un estensione superiore a 3000 km quadrati) Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias. Ma alla Sardegna come Regione a Statuto speciale è assegnata una competenza legislativa esclusiva in materia di "ordinamento degli enti locali e relative circoscrizioni" (art 4 lettera b Statuto). Lo Statuto è una norma di rango costituzionale e già la Consulta ha riconosciuto alla Regione la competenza nell'istituzione di nuove province. Dunque il Consiglo regionale potrebbe opporsi e derogare a quanto stabilito dal decreto del governo, mantenendo in vita tutte le province e i 98 comuni con meno di 1000 abitanti esistenti nell'isola.
Fatte salve queste considerazioni di diritto, sarebbe opportuno provvedere alla cancellazione delle province, costosi carrozzoni burocratici utili a distribuire poltrone a politici trombati e posti di lavoro pubblici a clienti e ruffiani dei partiti. Non a caso la norma che nel 2001 istituì quattro nuove province fu approvata con voto bipartisan. Non è accettabile che una Regione di un milione e mezzo di abitanti abbia otto province e un Consiglio regionale di 80 membri, un numero pari alla Lombardia e inferiore solo alla Sicilia, entrambe molto più popolate della Sardegna. E' giunto il momento che la casta politica sarda dia un taglio ai suoi privilegi e ritorni sulla terra per confrontarsi con i problemi quotidiani dei comuni mortali.

giovedì 11 agosto 2011

La giunta rosa di Cappellacci e i coltelli lanciati dalla maggioranza

La nuova giunta Cappellacci con i tre assessori donne Alessandra Zedda (Industria), Angela Nonnis (Lavori pubblici) e Simona De Francisci (Sanità), imposte dal Tar passa lo scoglio del Consiglio regionale ma rimane divisa all'interno della maggioranza con le critiche provenienti dallo stesso capogruppo del PDl Mario Diana che ha accusato il presidente della Regione di aver indicato il partiuto come il responsabile di tutti i mali della Giunta e di aver criticato gli assessori del PDL senza assumersi responsabilità dirette. Freccitare sono giunte anche da Udc e Rifortmatori. Nonostante queste divisioni i consiglieri di maggioranza hanno votato la fiducia: senso di responsabilità o desiderio di mantenersi attaccati alle poltrone?

giovedì 4 agosto 2011

Dal Cipe un miliardo per la Sardegna

Il Cipe ha stanziato ieri un miliardo di fondi fas per la Sardegna, da utilizzarsi sopratutto per le infrastrutture, tra cui la Sassari Olbia, la Cagliari-Tortolì e la SS 554. Devo riconoscere che stavolta l'azione di Cappellacci verso il governo nazionale ha portato dei frutti. Anche se va ricordato, quei fondi dovevano essere sbloccati già da tre anni. E altri ancora sono in attesa di arrivare nell'isola.

mercoledì 3 agosto 2011

Niente donne, il Tar azzera la Giunta Cappellacci.

Il Tar ha azzerato la Giunta Cappellacci. Il motivo : la violazione dell'art 51 della Costituzione che promuove la parità di accesso tra uomini e donne nei pubblici uffici. Nel Giunta sarda non è infatti presente alcuna donna. Il provvedimento, assunto su ricorso dell'opposizione di centrosinistra, è immediatamente applicabile e tutti i decreti di nomina di tutti gli attuali assessori sono annullati. Un altro scivolone per il presidente della Regione Cappellacci che peraltro non si scompone: "Le sentenze si rispettano, sarò lieto di poter uniformare la composizione della Giunta ai rilievi del Tribunale Amministrativo Regionale"