sabato 13 agosto 2011

Le province in Sardegna: un assurdo costo da abolire. Ma la casta politica può opporsi

Se venisse applicato in Sardegna, il criterio introdotto dal governo che prevede l'accorpamento delle province con meno di 300000 abitanti lascerebbe in vita solo le province di Cagliari e Sassari cancellando le restanti: Nuoro, Olbia Tempio, Oristano, ( queste però con la norma del decreto di salverebbero in quanto aventi un estensione superiore a 3000 km quadrati) Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias. Ma alla Sardegna come Regione a Statuto speciale è assegnata una competenza legislativa esclusiva in materia di "ordinamento degli enti locali e relative circoscrizioni" (art 4 lettera b Statuto). Lo Statuto è una norma di rango costituzionale e già la Consulta ha riconosciuto alla Regione la competenza nell'istituzione di nuove province. Dunque il Consiglo regionale potrebbe opporsi e derogare a quanto stabilito dal decreto del governo, mantenendo in vita tutte le province e i 98 comuni con meno di 1000 abitanti esistenti nell'isola.
Fatte salve queste considerazioni di diritto, sarebbe opportuno provvedere alla cancellazione delle province, costosi carrozzoni burocratici utili a distribuire poltrone a politici trombati e posti di lavoro pubblici a clienti e ruffiani dei partiti. Non a caso la norma che nel 2001 istituì quattro nuove province fu approvata con voto bipartisan. Non è accettabile che una Regione di un milione e mezzo di abitanti abbia otto province e un Consiglio regionale di 80 membri, un numero pari alla Lombardia e inferiore solo alla Sicilia, entrambe molto più popolate della Sardegna. E' giunto il momento che la casta politica sarda dia un taglio ai suoi privilegi e ritorni sulla terra per confrontarsi con i problemi quotidiani dei comuni mortali.

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