lunedì 3 settembre 2012

Carbosulcis e Alcoa: le cause del fallimento di un progetto industriale e l'assenza della politica

Carbosulcis e Alcoa sono aziende-zombie, tenute in vita da contributi a pioggia elargiti da decenni ( quasi 800 milioni di euro per la sola Carbosulcis), che hanno trascinato con se nel baratro l'intero territorio del Sulcis devastato dal punto di vista ambientale e dunque con all'orizzonte ben poche possibilità di riconversione .
L'estrazione e la lavorazione del carbone a Nuraxi Figus è costosa a causa dell'alto contenuto di zolfo; il tallone d'Achille dell'Alcoa di Portovesme è l'elevato costo dell'energia necessaria per la produzione dell'alluminio primario: problemi noti da anni che i lavoratori vivono sulla loro pelle ma che nessuno si è mai dato la briga di affrontare seriamente. Sul banco degli imputati la classe dirigente isolana, incapace di proporre una politica industriale autonoma e alternativa a quella imposta dall'alto dallo Stato centrale. Ora si vorrebbe che sia proprio lo Stato a porre rimedio alle distorsioni create: giusto sul piano del principio, improbabile sul piano pratico almeno fino a quando non saranno i sardi a volersi riprendere il proprio futuro chiamando in causa anzitutto coloro ( politici, imprenditori, sindacati) che hanno la responsabilità di decidere ( o in questo caso non decidere) quale direzione dare allo sviluppo dell'isola.

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