venerdì 20 novembre 2009

Alcoa non chiuderà. Poi il dietrofront: l'UE stabilisce che ha ricevuto aiuti di Stato.

L'Alcoa in Sardegna non chiude: lo aveva annunciato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, al termine dell'incontro tenutosi al ministero dello Sviluppo Economico, nel corso del quale il ministro Claudio Scajola prevedeva che la Commissione Europea avrebbe di ridurre al minimo previsto dalla normativa comunitaria la sanzione che era stata inflitta all'azienda per le agevolazioni nella fornitura di energia elettrica tra il 2006 e il 2009.

Nemmeno il tempo per festeggiare che da Bruxelles è arrivata la doccia fredda: La Commissione Europa ha definito aiuti di Stato le tariffe elettriche agevolate concesse dall'Italia nel periodo compreso tra il 2006 e il 2010 al produttore di alluminio Alcoa, e ha chiesto che vengano risarciti al Governo italiano gli aiuti gia' stanziati per almeno 300 milioni di euro. Secondo la Commissione, si tratta di agevolazioni che riducono i costi operativi per la compagnia che però non favoriscono l'occupazione in una zona svantaggiata, unica deroga possibile prevista dall'UE agli aiuti di Stato.

Da qui la decisione di Alcoa di chiudere le fabbriche italiane compreso Portovesme, in barba alle rassicurazioni di Scajola. E la conseguente protesta dei lavoratori che occupando gli impianti chiedono all'azienda di ritornare sui suoi passi

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