Blitz del presidente Berlusconi in Sardegna pronto a rassicurare circa l'esecuzione delle opere previste per il g8 dopo che quest'ultimo è stato repentinamente trasferito senza informare prima alcun membro della Giunta. Sono bastate queste generiche rassicurazioni del Capo a far scattare sull'attenti tutti i principali esponenti regionali del PDL, tranne Giorgio Massidda a cui va dato atto di continuare a giudicare la sottrazione dell'evento a La maddalena un qualcosa di inacettabile. Bontà sua il presidente Cappellacci si sente tranquillizzato dalle parole di Berlusconi. Evidentemente al buon Ugo è sufficente tenere il sederino attaccato alla poltrona di viale Trento. Il fatto che nella vicenda abbia contato come il due di picche a briscola per lui evidentemente è già acqua passata. I sardi che non vogliono essere subbi dei mutevoli umori d'Oltretirreno invece qualche dubbio continuano a porselo. Anzitutto sulla statura politica proprio del Presidente della Giunta. Il principale interrogativo su Cappellacci riguardava proprio la sua capacità di avere autonomia di visione rispetto al Cavaliere: quanto successo in questi giorni non depone certo a suo favore. Tanto più che Berlusconi ha detto cose ovvie: ci mancherebbe altro che le opere pubbliche già in fase di costruzione venissero realizzate a metà. In caso contrario lo spreco di denaro pubblico sarebbe enorme. Rimane il fatto politico di una giunta che è stata prima ignorata nel momento in cu si doveva prendere una decisione di importanza strategica per l'Isola e dopo ha accettato il fatto compiuto con una arendevolezza che lascia sconcertanti.
Si è passati dal pescecane travestito da spigola ( Soru) alla seppia cucinata ad Arcore ( Cappellacci. Questo il menù servito dalla politica sarda. Ai sardi rimane la dignità di esprimere dubbi sulla digeribilità delle pietanze.
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